Mondo

Adozioni d’argento

L’esempio della coppia più celebre della tv non è un caso isolato: sono sempre più numerosi gli over 45 pronti ad accogliere un minore.

di Benedetta Verrini

Quarantun anni lui, trentanove lei. è l?età media delle coppie che hanno adottato minori stranieri nel primo semestre di quest?anno. Dopo il via libera alla riforma della legge sulle adozioni (la legge 149 del 2001), che ha innalzato fino a 45 anni la differenza massima d?età tra adottante e adottato (più un «bonus» di altri dieci anni se solo uno dei due supera tale limite), i genitori adottivi italiani sono sempre più negli «anta». Un esempio eclatante, che quest?estate è rimbalzato sulle pagine dei giornali, è quello di Maurizio Costanzo (65 anni compiuti il 28 agosto) e Maria De Filippi (42 anni), che stanno completando il periodo di affidamento preadottivo di un bambino di dieci. Dalle statistiche elaborate (solo per le adozioni internazionali) dall?Istituto degli Innocenti di Firenze, la celebre coppia televisiva non è di certo un caso isolato: oggi oltre la metà (il 53,7%) dei papà adottivi ha più di 40 anni e così il 38,5% delle mamme. Ma c?è anche chi ha già sforato il tetto dei cinquanta: l?8,2% degli uomini e il 4,2% delle donne. Il dato è molto significativo, perché essendo riferito alle adozioni internazionali (in cui l?età degli adottanti è tendenzialmente più bassa, per la selezione operata dai Paesi di provenienza dei bambini) fa pensare che in ambito nazionale le coppie adottive con i capelli bianchi siano ancora più numerose. «Senza dubbio, dopo il via libera della nuova legge, l?età delle coppie disponibili all?adozione è aumentata» commenta Alda Vanoni, dell?associazione Famiglie per l?accoglienza. «Ma sono anche aumentate le difficoltà e i tempi d?attesa. Una coppia più matura rischia di andare incontro a molte frustrazioni, perché nei Paesi esteri la soglia dei quarant?anni rappresenta spesso il limite massimo per adottare e, in campo nazionale, i bambini adottabili sono pochi e tendenzialmente affidati a coppie più giovani». Su un bacino di oltre 10mila bambini in istituto, nel 2000 i minori in stato di adottabilità, in Italia, erano appena 1.172. «Sono pochi i bambini adottabili» conferma Franco Occhiogrosso, presidente del Tribunale per i minorenni di Bari. «Nel nostro distretto, nel 2001 abbiamo concluso solo 25 adozioni nazionali» prosegue. «E appena 18 nel 2002. è vero che c?è un aumento dell?età degli adottanti, ma noi lo percepiamo in senso inverso, nella difficoltà a sistemare bambini grandicelli». Nei fatti, le famiglie cercano di adottare il bambino più piccolo che la legislazione consente loro: zero anni contro 45, un anno contro 46 e così via. Un trend che non piace ad alcune assocaizioni. «La legge 149 contiene norme contro cui abbiamo combattuto, prima fra tutte l?estensione dei limiti d?età» dice Donata Micucci, presidente dell?Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie. «Doveva favorire l?inserimento di bambini grandi e con problemi di handicap ma così non è stato. Sembrava che, aumentando l?età, aumentasse anche le probabilità di adottare. In realtà, i minori adottabili negli istituti sono sempre gli stessi: grandi, con problemi fisici o psichici». Ma non sono solo le difficoltà (o la scarsa propensione ad accollarsi bambini grandi) a lasciare perplessi gli operatori sulle coppie mature: «Ho 56 anni e sono padre adottivo. Devo dire che, oggi, prendermi cura di un bambino di 4 o 5 anni mi creerebbe qualche problema» riflette Marco Griffini, presidente dell?associazione Amici dei Bambini. «L?adozione ti porta al cambiamento: più anziano sei, meno ti trovi disposto a evolvere. Mi chiedo come faccia una coppia sposata da vent?anni, con ritmi e comportamenti consolidati, a rimettersi in gioco per crescere un bambino piccolo. No, penso che oltre i 50-55 anni si entra in un discorso di accoglienza da nonni e non da genitori». Però le coppie mature potrebbero giocare un ruolo importante proprio nell?accoglienza di minori grandicelli (come nel caso Costanzo-De Filippi) e, a maggior ragione, in vista della chiusura degli istituti nel 2006. Per questo il tribunale dei minorenni di Bari ha perfezionato con i servizi sociali una figura «ibrida» di adozione, l?adozione «mite». «Visto che nel 45% dei casi di affidamento i ragazzi restano presso le famiglie affidatarie fino alla maggiore età e oltre», spiega Occhiogrosso, «abbiamo iniziato ad accertare, caso per caso, le condizioni perché la famiglia si trasformi da affidataria in adottiva. è una strada che sta dando notevoli risultati, anche tra le coppie mature e i single». È questa una soluzione? «Non credo» avverte Griffini. «Bisogna promuovere la cultura dell?accoglienza anche tra i giovani. Gli istituti, stranieri e italiani, sono pieni di minori: basta volerli come figli, mettendo da parte, questo sì, scrupoli sulla loro età». .


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